Il calcio è uno sport molto amato in tutto il mondo e coinvolge milioni di persone, tra giocatori, tifosi, allenatori, arbitri e molti altri. Tuttavia, come ogni attività umana, anche il calcio ha un impatto sull’ambiente, sull’economia, sulla società, sull’etica e sulla cultura. Questo rende la sostenibilità nel calcio un tema fondamentale. E’ importante, quindi, adottare pratiche e politiche che consentano di ridurre l’impatto negativo che questo sport può avere su questi aspetti e favorire impatti positivi.
La sostenibilità nel calcio può essere suddivisa in:
- Sostenibilità ambientale: si riferisce all’impatto ambientale del calcio. L’emissione di gas a effetto serra, il consumo di energia, l’utilizzo di risorse naturali, la gestione dei rifiuti (nella progettazione e costruzione degli impianti sportivi). Su questo argomento la FIGC ha creato una CARTA SULLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE NEL CALCIO.

- Sostenibilità economica: si riferisce alla capacità di generare ricavi sostenibili oltre che gestire le proprie risorse in modo efficiente e responsabile.
- Sostenibilità sociale: si riferisce alla capacità di promuovere la diversità, l’inclusione, la giustizia sociale e la partecipazione attiva dei tifosi e delle comunità locali.
- Sostenibilità etica: si riferisce alla promozione di valori etici e alla lotta contro la corruzione, la violenza, il doping e altre forme di comportamento anti-sportivo.
- Sostenibilità culturale: si riferisce alla promozione e preservazione della cultura e delle tradizioni legate al calcio.
La sostenibilità richiede comunque un approccio olistico e collaborativo, che coinvolga giocatori, tifosi, club, organizzazioni sportive e istituzioni locali e globali.
Tra tutte, quella economica è un tema molto sentito, in un periodo caratterizzato da presunti illeciti commessi da alcuni grandi club europei. Molte squadre faticano a mantenere un bilancio finanziario sano. Recentemente UEFA e FIGC hanno avviato un dialogo con i club per trovare una soluzione alle criticità emerse (Licenze e sostenibilità finanziaria, Uefa e Figc a confronto con i club). La crisi economica causata dalla pandemia di COVID-19 ha ulteriormente aggravato la situazione. I club sono stati quindi costretti a cercare nuove fonti di reddito e a ripensare i propri modelli di business.
Quali sono ad oggi i modelli di business più comuni?
- Modello basato sul player trading: le società acquistano giocatori giovani e promettenti, li sviluppano e li vendono a un prezzo più alto. Il successo di questo modello dipende dalla capacità della società di identificare talenti a prezzi accessibili e svilupparli per il mercato.
- Modello basato sullo sviluppo del settore giovanile: questo modello si concentra sulla formazione di giocatori giovani e promettenti all’interno del club. Richiede un investimento significativo nella formazione dei giovani e può richiedere tempo prima di vedere i risultati.

- Modello basato su introiti da sponsorizzazioni: le società cercano di ottenere sponsorizzazioni da aziende che desiderano associarsi al marchio del club. Questo modello dipende dalla reputazione del club e dal suo successo sul campo.
- Modello basato su incassi da diritti TV: i club ricevono una quota dei ricavi provenienti dai diritti televisivi, in base alle prestazioni della squadra e alla sua esposizione mediatica. Questo modello è particolarmente importante per le grandi leghe calcistiche.
- Modello basato sulla proprietà dello stadio: alcune società possiedono stadio e strutture proprie utilizzate per generare entrate tramite la vendita dei biglietti, la sponsorizzazione e gli eventi.
La strada verso la sostenibilità economica dei club è sicuramente complessa e può essere raggiunta solo con una combinazione giusta e ben bilanciata dei modelli di business disponibili. Negli ultimi anni, inoltre, l’analisi dei dati è diventata un elemento sempre più importante nella strategia di molti club, come dimostra l’esempio del Brentford in Inghilterra.
Attraverso l’utilizzo di dati e analisi statistiche avanzate, la società inglese ha creato un modello di business basato sull’identificazione di talenti giovani e poco noti, per poi svilupparli e venderli ad un prezzo maggiorato a club più grandi. Questo modello, conosciuto come “Moneyball del calcio”, è stato reso famoso dal film “L’arte di vincere” e si basa sull’idea che i club più piccoli possano competere con quelli più grandi attraverso l’utilizzo dei dati nella ricerca di talenti poco conosciuti ma di grande potenziale.
Il tema della sostenibilità rappresenta quindi, il punto di partenza per rendere il calcio più competitivo e meritocratico. Società che investono in un modello di business sostenibile potrebbero avere maggiori opportunità di crescita e successo nel lungo termine. Inoltre, ciò potrebbe creare nuove opportunità di lavoro per professionisti in ambito sportivo e ambientale, spingendo alla creazione di nuove figure professionali in grado di gestire al meglio la complessità della Football Industry.
E’ sicuramente una sfida importante da affrontare, ma è anche una grande opportunità per rendere il calcio più sano, meritocratico e attraente per le giovani generazioni di calciatori e professionisti amanti di questo sport.