VIRTUAL COACH: cos’è e come supporta le decisioni nel calcio.

Con questo articolo introduciamo una nuova collaborazione con l’amico Lorenzo Tarcinale. Giovane, sportivo, calciatore di buon livello e laureando in Statistica per i Big Data all’Università di Salerno. Le sue competenze nel campo dello studio dei dati e del loro utilizzo arricchiranno il nostro blog di nuovi e interessanti approfondimenti. In questo articolo ci parlerà del Virtual Coach come sistema di supporto alle decisioni. Buona lettura…

Distribuito in anteprima nella fase iniziale della stagione 2019/2020, è accolto positivamente dal reparto tecnico delle 20 società di Lega Serie A. Diamo insieme uno sguardo alle caratteristiche e alla mission di un software tutto italiano che propone di inserirsi nel contesto tecnico-tattico del match.

Math & Sport nasce nel 2016, grazie all’intuizione di Alfio Quarteroni e di Ottavio Crivaro, attuale CEO, ed è parte del network PoliHub, del Politecnico di Milano. La mission di Math&Sport è la trasformazione dei grandi volumi di informazioni generate nello sport contemporaneo in strumento per migliorare la performance in tempo reale. La società applica modelli matematici avanzati e algoritmi di machine learning allo sport, affiancando gli atleti e i tecnici nell’ottimizzare la resa del gesto tecnico e la messa a punto delle tattiche di gioco in presa diretta. Inoltre, ha sempre lavorato a fianco dei tecnici e delle istituzioni, per creare strumenti in grado di rispondere alle loro esigenze specifiche. Da Mauro Berruto al Centro Tecnico Federale di Coverciano, fino a Davide Mazzanti, coach della Nazionale femminile di volley vicecampione del Mondo.

Il progetto Virtual Coach è presentato per la prima volta al Barca Technology Symposium (https://bit.ly/2WSGnBm) e poi in Cattolica, a Milano, rappresentando un’anteprima mondiale e un’esclusiva assoluta di Lega Serie A. L’annuncio del software ha generato grande interesse mediatico, contribuendo così alla sua diffusione, alimentando pareri favorevoli (e non) da parte dell’opinione pubblica al riguardo. E’ accolto positivamente dai dirigenti della Lega Serie A riuscendo ad ottenere il consenso per la sua adozione nel campionato per il girone di ritorno della stagione 2019/2020, come annunciato da Luigi De Siervo (Amministratore Delegato Lega Serie A). Ma entriamo nel dettaglio e vediamo quali sono le peculiarità di questo potente ed innovativo strumento.

Riprendiamo le parole di Gilberto Pastorella e Jacopo Aloe di Math&Sport in un’intervista per l’Ultimo Uomo (https://bit.ly/3DQv90O):

Virtual Coach è uno strumento di supporto alle decisioni degli staff tecnici. Si basa interamente sull’analisi in tempo reale dei dati di posizione. Al sistema arriva, circa 20 volte al secondo, l’informazione della posizione di tutti i giocatori e della palla. Questa viene elaborata al fine di fornire analisi e indicazioni agli staff tecnici in panchina o in tribuna tramite un’applicazione su un tablet. Le analisi sono state sviluppate facendo un mix tra modelli matematici deterministici e modelli di intelligenza artificiale, allo scopo di studiare comportamento dei giocatori e della loro interazione. Abbiamo indicazione sulla copertura degli spazi o sulla pressione generata su ogni singolo giocatore che non avremmo con un’analisi per eventi. E’ come se togliessimo la nostra attenzione da quello che succede intorno alla palla, per avere uno sguardo su tutto il resto del campo, questo aiuta gli staff tecnici a prendere decisioni informate, con il supporto dei dati.

La mole di informazioni raccolte viene elaborata ed in real time fornisce smart data, ovvero una serie di informazioni di valore riguardo il singolo giocatore ed il collettivo. In aggiunta, vista la capacità del sistema di identificare situazioni tecnico-tattiche critiche o positive, esso è in grado di suggerire cosa poter fare per migliorare le performance in quello specifico frangente di gara, adattandosi al proprio sistema di gioco.

La scelta dell’utilizzo dei tracking data non è casuale, GP:

Abbiamo subito chiesto quali erano i dati più ricchi, e nel calcio di oggi sono sicuramente quelli di tracking. Ogni giocatore tocca la palla, quindi genera eventi, per un massimo di 2 minuti. Grazie ai dati di posizione, noi sappiamo cosa fa ogni giocatore nei restanti 88.

È ovvio che gli event data tralasciano troppe informazioni, e non poco importanti. Nel momento in cui un determinato evento viene taggato, come ad esempio un passaggio, lo “stato” dei restanti 21 calciatori è ignorato. Eventuali inserimenti, tagli o sovrapposizioni più, o meno, rischiosi non vengono minimamente considerati. E’ logico che ognuno di questi movimenti abbia un proprio valore concorrendo, con una certa incidenza, alla probabilità di far gol.

Gli event data non vanno per nulla demonizzati, anzi un’eventuale combinazione dei due metodi di raccolta informazioni può essere la chiave di svolta per stare un passo avanti ai competitors (https://bit.ly/3zL1u77). Rimane sempre la certezza che qualunque strumento si abbia a disposizione vada utilizzato con criterio e nel giusto contesto di applicazione.

Concretamente il Virtual Coach è implementato, e messo a disposizione dello staff tecnico, come software in un tablet (in basso le varie schermate presenti). Le informazioni, che arriveranno agli staff tecnici attraverso notifiche push, saranno personalizzabili in base al proprio sistema di gioco e alle strategie da adottare (https://bit.ly/2Vfa130).

Screenshot schermata 1 tablet (*fonte math&sport*)

Screenshot schermata 2 tablet (*fonte math&sport*)

Screenshot schermata 3 tablet (*fonte math&sport*)

Elencate le caratteristiche principali su cui si basa il sistema Virtual Coach, giungono ovvie alcune domande che hanno fatto storcere il naso a molti, tecnici compresi: Minerà il ruolo del mister? Potrà mai sostituire o quantomeno avere maggior rilievo rispetto all’esperienza trentennale di un allenatore?

E’ naturale pensarlo dato anche il contesto calcistico italiano, radicato ancora, per la maggioranza, in ideologie non troppo avveniristiche. Consigliamo la lettura di un articolo, pubblicato su Il Foglio, che si concentra soprattutto sull’aspetto filosofico del Virtual Coach, lasciamo il link per la lettura (https://bit.ly/3jvlhS2).

Ogni sorta di contestazione o polemica verso questo rivoluzionario software, finisce con l’essere vana poichè si fraintende a priori lo scopo per cui è sviluppato, ribadito dagli ideatori più e più volte.

In “Come dice il mister” Felice Accame (https://amzn.to/3jJz1su), saggista e docente ai corsi centrali di Coverciano, parla di “unica fonte”. Il ruolo dell’allenatore è un ruolo che va ben oltre il semplice schieramento della formazione. Tiene vivi e saldi i legami all’interno del gruppo squadra e con lo staff. Nel tempo è affiancato sempre di più da figure professionali che curano i diversi aspetti della squadra: il vice, l’allenatore dei portieri, il preparatore atletico ed ancora osservatori, team manager, direttore sportivo, analisti dei dati. Ciò non deve però intaccare il principio base dell’unicità della fonte di comunicazione: il mister. Ed è chiaro quindi come un software non possa di certo incaricarsi di tali, e delicate, responsabilità.

Spinte ulteriori per il progetto Virtual Coach arrivano grazie anche alle più recenti innovazioni tecnologiche. L’utilizzo del 5G (https://bit.ly/3zKzPTJ) avrà un notevole impatto riducendo sempre più la latenza tra ricezione ed elaborazione dei dati incrementando la frequenza di fetching delle informazioni.

Inoltre si avviano collaborazioni importanti come, la più recente, con DAZN per permettere agli utenti di usufruire degli indicatori e delle analisi di Virtual Coach.

Da “ingegneri del calcio” non possiamo che sperare di vedere la futura realtà calcistica dominata dalla relazione della stessa con i dati. Un tutt’uno in grado di consapevolizzare anche lo spettatore su ciò che vede, appoggiato dalla visione oggettiva dei numeri.

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